100 Lire del "Fascio" del 1923

 

Sono innumerevoli le imitazioni di questa moneta, emessa insieme con una da 20 lire, per commemorare la Marcia su Roma. I primi riconi, per lo più molto grossolani e spesso con un bassissimo contenuto d'oro, sono addirittura della fine degli anni Cinquanta e soddisfacevano le richieste dei nostalgici del Ventennio; poi, alla fine degli anni Sessanta, si incominciarono a vedere dei riconi fatti per collezionisti numismatici, di migliore fattura ed in oro buono (il titolo non era conosciuto ma sicuramente alto).

Anche oggi, infine, è tutto un proliferare di falsi, sempre più perfetti, come quello che vi presento. Se nel 2004, in questa rubrica, avevo descritto un falso del 100 Lire 1923 che definivo pericoloso perché ben eseguito, quello che vi descrivo oggi è da definire pericolosissimo poiché le differenze riscontrabili rispetto all'originale sono davvero lievi, l'aspetto è quasi identico e così pure il colore ed il peso sono estremamente aderenti all'originale.

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Ecco qui di seguito le differenze riscontrate rispetto all'originale:

Metallo: sotto la debole sabbiatura il metallo è leggermente più grigiastro.

Diametro: millimetri 34,95; lievemente scarso. Due esemplari originali misurati danno mm 35,20 e mm 35,40.

Peso: grammi 32,19; quasi giusto ma fuori dalla tolleranza della Regia Zecca che prevedeva un peso compreso tra 32,225 e 32,290 grammi. Il peso dei due esemplari originali era grammi 32,25 e 32,26.

Spessore al bordo: a vista appare sempre uniformemente regolare anche se, in realtà, varia da mm 2,63 a 2,58; questa irregolarità è spiegata dal fatto che, in prossimità del fascio vicino al bordo, si è in presenza di un maggior assorbimento di metallo con conseguente minor spinta del metallo stesso sui bordi. Negli esemplari originali questa irregolarità è ancor più accentuata (da mm 2,69 a 2,43) tanto da poterla notare ad occhio nudo: il bordo in prossimità del fascio, sia sopra che sotto, si assottiglia chiaramente.

Spessore al centro (rilevato sul nastro che lega il fascio di verghe): abbondante, millimetri 2,40. Negli esemplari originali millimetri 2,26.

Bordo o margine: lievemente più sottile, arrotondato su entrambi gli spigoli. Al dritto, il bordo presenta, in corrispondenza del fascio sia sopra che sotto, due notevoli depressioni (vedi freccia n.2 nella foto in basso).

Contorno: le righe sono quasi perfette, ma hanno una frequenza superiore: allo spazio di 13 righe dell'originale corrispondono 14 righe del falso.

Disegno dei dritto e del rovescio: veramente ben realizzato, con rilievi praticamente perfetti.

Firma dell'incisore: poco nitide la "A" e la "0" nella firma dell'incisore "A. MOTTI", lo spazio sopra la barretta della lettera "A" è praticamente chiuso. (vedi freccia n. 1)

Date e segno di Zecca: nessun difetto da rilevare.

 

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Articolo di TEVERE EMILIO
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da   "Cronaca Numismatica" n.184    apr-06
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