Il grosso di Federico II

 

Negli ultimi anni i falsari hanno introdotto numerose contraffazioni di scudi di zecche italiane: per primi doppi scudi e multipli rari di Genova, poi rare monete dei Savoia e proprio in questi ultimi tempi monete toscane del 1600. Si tratta di contraffazioni ben eseguite, fatte in pochi esemplari o forse unici, che hanno tratto in inganno anche collezionisti non sprovveduti; anche in questo caso la zecca clandestina si presume sia in Toscana.

I collezionisti devono perciò prestare attenzione anche a monete che notoriamente non sono mai state falsificate.

Il grosso del comune di Cremona battuto al nome di Federico II.

Cremona, costituitasi Comune nel 1083 con conferma dell'Imperatore Arrigo IV, ebbe la concessione della Zecca nel 1154 da Federico I. La Zecca batté monete per lungo tempo e quasi ininterrottamente fino al 1535 anno in cui Carlo V ne decise la chiusura.

Il grosso al nome di Federico II venne battuto dal Comune tra il 1150 ed il 1330. La moneta in argento  (112,07 gr. , 21 mm) presenta al dritto al centro le lettere  P  R  ( divise da un punto e sovrastate da Omega )  // I //1; intorno, + FREDERICVS ( la S è coricata ).  Contorno rigato con punta a destra della I.

Al rovescio croce patente in contorno rigato con bisanti (o stelle) nel 1° e 2° angolo e punta nel 3° e 4° (CNI n. 10, tav. XV 8).

Il corpus al n. 11 riporta un altro esemplare identico al precedente ma senza punta al dritto. Il Biaggi valuta la moneta 450mila lire in conserva-zione MB, 900mila in conservazione BB e 1.600.000 lire se SPL.

L'esemplare di cui ci occupiamo, se fosse originale, sarebbe del tipo descritto al  N. 11 del C.N.I. mentre l'esemplare autentico di raffronto è del tipo descritto al N. 10 con una punta in più al diritto vicino alla  lettera I.

Questo falso fa parte di una numerosa "famiglia" che da circa 15 anni si è insinuata nel mercato numismatico, a danno soprattutto dei principianti e di coloro che sognano di fare grossi affari sui tavoli di un mercatino o tra le proposte di un mercante improvvisato.

Queste le differenze riscontrate rispetto all'esemplare originale:

Colore dei metallo: d'argento buono ma con una patina poco naturale: troppo leggera, uniforme ed opaca.

Diametro: più grande, ma il particolare non è determinante perché queste monete erano coniate con un diametro non preciso.

Spessore: uguale.

Bordo o margine: fin troppo regolare rispetto a come si presentano di norma gli esemplari originali.

Contorno: troppo nuovo; non presenta alcun segno di circolazione, mentre dovrebbe, essendo la moneta d'aspetto BB/SPL.

Disegno del diritto: le lettere sono troppo ben definite, hanno minor corpo ed è assente anche la pur minima traccia di ribattitura.

Disegno del rovescio: considerazioni identiche fatte per il diritto, in più si notano che le punte ( nell'originale sono triangolari ) sono cilindroconiche come chiodi.

Peso: giusto nella media.

 

Articolo di TEVERE EMILIO
www.numismaticatevere.it
tevere@numismaticatevere.it  
da   "Cronaca Numismatica" n.63    apr-95
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