20 centesimi 1863 Zecca di Torino

 

Nei baffi una delle spie della contraffazione

20 Centesimi 1863 Zecca di Torino: questa moneta fa parte della tradi-zionale serie che al diritto porta il profilo del Re e al rovescio il valore. La serie, destinata a sostituire il precedente tipo del 20 centesimi con al rovescio lo stemma sabaudo, ritirato poiché poteva facilmente essere spacciato, con una semplice doratura, per il 5 lire d'oro, venne battuta nelle Zecche di Torino e Milano con millesimo 1863 e 1867.

La realizzazione dei conii è opera dell'incisore capo della Zecca di Torino Giuseppe Ferraris, autore di quasi tutte le monete emesse fin dall'epoca di Carlo Alberto.

Il 20 cent. 1863 Zecca di Torino fu coniata in 6.288.572 esemplari e nonostante sia moneta abbastanza comune ha una discreta valutazione, anche in bassa conservazione, tale da ripagare il falsario, tanto più che di questi falsi ne sono immessi sul mercato un grande numero.

Da alcuni anni si nota la tendenza a falsificare monete non di grande valore perché più facilmente smerciabili. Ricordo i 50 centesimi 1863 Zecca di Napoli, i pezzi da 1 lira con millesimo  1952 e 1953 e i pezzi da  5 lire 1997.

Il Catalogo Gigante valuta l'originale 20 centesimi 1863 per Torino 25 euro in conservazione BB, 67 in conservazione SPL e 130 per il FDC.

Queste le differenze rispetto all'originale, confrontando per il 1863 un esemplare contraffatto per Torino con una moneta originale per Milano:

Metallo: colore uguale, ma lucido (nella fotografia infatti si presenta più scuro per l'effetto specchio);

Diametro: uguale;

Spessore: leggermente più sottile;

Bordo o margine: più sottile, quasi la metà. I trattini sono appena accen-nati e irregolari nella dimensione.

Contorno: gli spigoli non sono ben definiti ad angolo retto ma arrotondati.

Disegno dei diritto e disegno del rovescio: molto ben realizzati ma legende e raffigurazioni sono poco nitide nei punti là dove si sollevano dal campo della moneta. I baffi hanno scarso rilievo e mancano di molti particolari nonostante siano assenti tracce di usura.

Firma dell'incisore: bene eseguita ma le lettere R di Ferraris terminano in basso senza piede.

Data: bene eseguita.

Valore: scarso di rilievo soprattutto lo zero.

Peso: esatto.

 

Articolo di TEVERE EMILIO
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da   "Cronaca Numismatica" n.143    ago-02
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