5 Lire 1861/62  -  10 Centesimi 1866

 

Un falso e due monete truccate di Vittorio Emanuele II

In una importante collezione, formata oltre trent'anni or sono, tra monete anche molto rare e di ottima conservazione, ho trovato un pezzo da 5 lire 1861 col segno N della zecca di Napoli in corsivo. Sapevo che questa moneta è ritenuta inesistente e a conforto di questa opinione faccio questa considerazione: il segno di zecca nel 1861 sicuramente sarebbe stato in stampatello come nelle coniazioni del 1862 di Napoli ed in quelle del 1861 e 1862 della zecca di Torino e non in corsivo che appare sulle monete emesse solo dal 1863.

In realtà questa moneta non è mai stata emessa e per ottenerla è bastato lavorare un pezzo del 5 lire 1864. Osservando con una lente la cifra '1" della data si notano chiaramente segni di lavorazione e la superficie della cifra è molto arrotondata.

La moneta era stata acquistata ad alto prezzo, per autentica e senza aver dei dubbi poiché i cataloghi dell'epoca ne riportavano l'esistenza e la descrivevano come moneta "di grande rarità". Infatti si affermava l'esistenza di un pezzo di 5 lire 1861 zecca di Napoli nel Corpus ed i Cataloghi che seguirono riportarono l'errore.

Questa moneta venne descritta dal Cagiati (la stessa della Collezione Reale), il Carboneri a pag. 877 afferma che di questo millesimo e in questa Zecca nel 1861 ne furono coniati solo pochi esemplari, il Pagani la descrive al numero 482 del suo "Monete Italiane" edizione 1962 ma in una nota aggiunge: "Il pezzo per Napoli del 1861 elencato dal Corpus al n.4 non è mai comparso, è giudicato inesistente, e si ritiene truccato nella data, forse il 1864, quello della ex Collezione Reale", anche il Catalogo Montenegro annota la dubbia esistenza, il Pannuti-Riccio ancora nel 1984 riprende l'errore del Cagiati ed aggiunge che " ... di questa moneta, però, non si conosce, finora, alcun altro esemplare" (che non quello della Collezione Reale).

Non è questo l'unico errore riportato per copia da Catalogo vecchio a Catalogo nuovo ma per fortuna i Cataloghi moderni si rinnovano, tengono conto di ciò che appare sul mercato, verificano le informazioni e correggono gli errori.

 

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Moneta da L.5 del 1861 con data truccata

 

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Particolare della data truccata

 

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Rovescio della moneta truccata (notare il segno  di zecca N in corsivo)

 

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Rovescio di un 5 lire 1862

(notare il segno  di zecca N in stampatello grassetto)

 

 

Una moneta che andrebbe eliminata da tutti i Cataloghi è il 10 centesimi dei 1866 senza segno di zecca (cioè Parigi). Nel Pagani sopraccitato era considerata R2 (n.545), il Montenegro riprendendo dal Bobba la considera R5, il Catalogo Alfa dice R5 mentre il Catalogo Gigante, a mio parere a buona ragione, non la descrive ma annota: "Il Pagani cita un esemplare datato 1866 per Parigi, ma i pochi esemplari conosciuti risultano essere contraffatti, per cui si ritiene dubbia l'esistenza di tali monete." Anche il catalogo Varesi, che nell'edizione 1984 la elenca ma la definisce di dubbia esistenza, nell'edizione 1989 la elimina.

Qualcuno potrebbe dire che un 10 centesimi zecca di Parigi in conservazione BB è stato venduto da una nota casa d'aste italiana nei primi anni Ottanta, quindi la moneta esiste. La moneta, da una valutazione di 100.000 lire era stata regolarmente aggiudicata a 500.000, ma il giorno dopo veniva resa perché falsa. In questo caso gli operatori presenti, se lo avevano fatto, l'avevano esaminata in cerca di cancellature senza sospettarne la completa falsità.

Falsari e imbroglioni sono sempre pronti a soddisfare le richieste del mercato e perciò, con un colpo di bulino e di lima ecco, nascere quelle monete introvabili.

Negli anni Settanta cominciarono i dubbi che quelle monete da 10 centesimi del 1866 senza segno di zecca, sempre molto circolate, fossero monete alle quali avevano cancellato le lettere "M" o 'N" o "T". Allora, quando capitava una di queste monete, tutti si munivano di contafili per verificare che non ci fossero tracce di cancellatura (che invece c'erano puntualmente) e solo pochi rimanevano vittime di imbrogli. Nei primi anni ottanta appaiono sul mercato dei pezzi, alla vista sempre un poco bassi di conservazione, che all'osservazione attenta non presentavano alcun segno di lavorazione, tra i rami il piano era perfetto. Questi pezzi erano completamente falsi!

Ve ne descrivo uno:

Metallo: colore uguale alle monete da 10 cent. del periodo.

Diametro: quasi perfetto, scarso solo di 2 centesimi.

Spessore del bordo: più basso di 15-16 centesimi.

Spessore al centro: scarso di soli 2 centesimi.

Bordo o margine: più sottile e arrotondato sullo spigolo, i dentelli hanno pochissimo rilievo.

Disegno del dritto: la testa è povera di rilievo, baffi ed orecchio sembrano schiacciati ed il tutto da un'impressione di piatto.

Disegno del rovescio: i rami e il fiocco che li lega sono privi di particolari e scarsi di rilievo, i raggi che escono dalla stella iniziano troppo distanti.

Firma dell'incisore: i caratteri sono di corpo più sottile.

Data: corpo esatto ma scarso il rilievo.

Peso: gr 9,99 esatto nella tolleranza.

 

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10 centesimi 1866 truccato

(notare l'abrasione tra i rami)

 

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10 centesimi 1866 Parigi falso

 

 

Articolo di TEVERE EMILIO
www.numismaticatevere.it
tevere@numismaticatevere.it  
da   "Cronaca Numismatica" n.173    apr-05
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cnumismatica@edolimpia.it