Le 10 lire del 1912 - "Aratrice" |
Nel 1905 il Ministro del Tesoro Paolo Carcano creò una commissione tecnico-monetaria al fine di dare una nuova e più libera espressione artistica alle coniazioni, uscendo dai tipi consueti, cioè testa e stemma. La commissione affidò l'incarico ai quattro più noti scultori italiani della epoca: Bistolfi, Boninsegna, Calandra e Canonica. Tra il 1908 ed il 1910 vennero esaminati ed approvati quei modelli che impronteranno poi la nuova monetazione. Col Regio Decreto del 5 maggio 1910 venne approvata la coniazione delle nuove monete d'oro da lire 100, 50, 20 e 10 su modello dello scultore Egidio Boninsegna. Tale serie venne denominata "Aratrice". La moneta da 10 lire 1912 venne coniata in soli 6796 esemplari con titolo 900 millesimi, diametro 19 mm. e peso di 3,22 grammi. Anche se la sua tiratura è superiore a quella del pezzo da 100 lire, compare molto raramente sul mercato. La quotazione attuale va da 3.500.000 lire per la conservazione BB a 7.000.000 per la conservazione FDC: un buon incentivo per i falsari. La moneta falsa che illustro qui proviene dal mercato di Milano ed è stata comperata più di otto anni fa. Rispetto alla moneta originale si riscontrano le seguenti differenze: Peso: uguale. Colore del metallo: leggermente più chiaro. Diametro: uguale. Spessore: uguale. Bordo: più sottile e smussato anziché piatto. Contorno: rigatura poco accentuata in alcuni punti. Disegno dei dritto: i capelli mancano di molti particolari, il nodo di Savoia è più sottile, si trovano delle esuberanze di metallo davanti alla bocca e ai baffi. Disegno del rovescio: dà l'impressione di gonfio, ci sono delle piccole esuberanze di metallo vicino alla testa dell'Aratrice. Le pieghe della veste sono solo accennate. Firma dell'incisore: poco leggibile. La E. di Boninsegna quasi non si vede. Data: uguale. Valore: il 10 ha poco rilievo. Segno di Zecca: La R di Roma è quasi chiusa. |
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